La decisione di costruire la Specola fu presa da Maria Luisa di Borbone, Duchessa di Lucca che, con un decreto datato 17/9/1819 , determinava che un osservatorio dovesse «… immediatamente essere costruito e montato a spese del nostro particolare Consiglio», per adibirlo a punto di osservazione astronomico, a due passi dalla sua residenza estiva di Marlia.

Fu influenzata soprattutto dal Barone de Zach, famoso astronomo ungherese dell’epoca, che definì «luogo incantatore» il posto prescelto.

Il progettista, l’architetto lucchese Lorenzo Nottolini, all’età di 32 anni, neo-classico, palladiano, era un rigoroso purista il cui primo obbiettivo consisteva nel raggiungimento della varietà nell’unità.

Impostò la costruzione su un’alta piattaforma che si elevava a valle per quasi cinque metri e l’edificio, a pianta rettangolare con due avancorpi sul lato posteriore,  presentava come fulcro il corpo cilindrico della torre di osservazione (mai realizzato); ai lati di questo due ampie sale destinate all’installazione degli strumenti di misurazione e controllo dei movimenti degli astri.

Chiamato a dirigere l’osservatorio, per il quale erano stati acquistati i più sofisticati strumenti dell’epoca allora disponibili,  fu Jean-Louis Pons, famoso astronomo francese che rilevò la presenza di numerose comete, le cosiddette comete a corto periodo, che appaiono cioè più volte nel corso di un secolo.

Nel 1824, con la morte di Maria Luisa,  l’attività scientifica fu sospesa ed il cantiere praticamente si chiuse, con qualche piccolo ulteriore aggiornamento una quindicina di anni dopo per la trasformazione in « Coffee-house ».

La Specola  ha vissuto poi vicende che si sono sovente risolte in attentati all’integrità del monumento fino all’attuale proprietà Ciambelli che ha dato luogo ad un meritorio restauro generale.

Sigillo a fuoco impresso dalla Duchessa di Lucca Maria Luisa Di Borbone nel 1819 ad inizio lavori.